YOGA Ravenna
Paola Salerno

"Quando pratichiamo lo yoga non dovremmo aspettarci risultati positivi immediati, come farebbe un lavoratore a cottimo, che si aspetta di ricevere un salario in proporzione alle ore di lavoro svolto. Non dovremmo preoccuparci del tempo impiegato, nè valutarlo in termini monetari. Nutrendo pensieri di questo tipo, finiamo per corromperci sempre di più. Lo yoga non andrebbe confuso con transazioni commerciali."

"Ritornando alle domanda posta all'inizio. Si può definire 'yoga' il ritiro della mente dalle attività esterne, a cui segue la dissoluzione della mente nella coscienza. La dissoluzione che deriva dalla pratica dello yoga e che rende la mente stabile (sthairya) si sviluppa in virtù della purezza della mente. Attraverso la stabilità mentale ottenuta con lo yoga si ottengono benefici quali la salute, la gioia e la forza. La mente pura diviene stabile solo nel momento in cui cessano tutte le attività mentali. I grandi saggi affermano che dove non c'è sforzo non c'è risultato. Un praticante inizia a dubitare di raggiungere o meno il suo scopo e a perdere fiducia nella sua impresa quando è animato dal desiderio di ricavarne qualcosa, ma non impiega l'energia necessaria a raggiungere lo scopo finale in modo metodico e sistematico. Al contrario non mancherà di raggiungere il risultato finale.

Come accade nello studio e nell'agricoltura, i frutti del proprio lavoro maturano solo dopo un certo tempo. Allo stesso modo, anche nelle pratiche dello yoga, i benefici come la salute, la forza fisica, la gioia e la stabilità mentale basata sulla purezza maturano solo se si pratica per molto tempo. Ciò è confermato dalle scritture e ripetuto dai maestri. Se  non si applica uno sforzo sistematico fino alla fine, i risultati non saranno proporzionati allo sforzo, nè si vedranno i frutti del proprio lavoro. Se non pratichiamo lo yoga in modo metodico e con tutto il cuore."

da Il nettare dello yoga, T. Krishnamacharya, Ubaldini Editore, Roma

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