YOGA Ravenna
Paola Salerno

Essere compassionevi con coloro che soffrono. Occorre riscoprire la nostra capacità di empatia, ossia di mettersi nei panni dell'altro. Sviluppare emapatia significa abbattere la separazione arbitraria fra il personale e l'universale. La compassione può essere espressa a diversi livelli, con pensieri o con fatti.

Ad un primo livello occorre cominicare a notare con quanta frequenza evitiamo o ignoriamo non solo le sofferenze degli altri, ma perfino i loro fondamentali diritti, bisogni e sentimenti. Una volta che il fermarsi a considerare la situazione degli altri diventa naturale quanto l'abitudine di considerare la nostra, allora si può cominciare a dedicare del tempo per meditare sul benessere degli altri. Secondo Patanjali dall'empatia per sè stessi si passa gradualmente all'empatia nei confronti di tutti e di tutto. Basta un semplice gesto attivo di compassione come quello di mandare un pensiero positivo a qualcuno che sta vivendo un momento difficile; quando si sta attraversando un momento di difficoltà possiamo invece cominciare a vedere che questa non è la nostra sofferenza, una sofferenza universale, che è in certi momenti immensamente consolante.

Il punto centrale di mudita è quello di scuotere alle fondamenta la nostra convinzione che esista un "io", un "me", un "noi", e un "loro". Questa forma di pensiero sostiene la separatezza a discapito dell'unione o integrazione.

Tratto da "Lo Yoga nella vita, Donna Farhi, Edizioni Corbaccio" e da "Gli antichi insegnamenti dello yoga, B.K.S. Iyengar, Edizioni Futura"
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