YOGA Ravenna
Paola Salerno

"Il prana sta allo yoga come l'elettricità alla nostra civiltà" scrive Andre Van Lysabet nel suo libro sul Pranayama. Partendo dalla pratica delle asana tutto è in una certa misura più facile, in quanto per loro natura le posture yoga stimolano ed assicurano quasi in automatico un giusto equilibrio pranico senza che questo sia necessariamente consapevole, sopratutto agli inizi della pratica dello yoga, quando ancora tutto è nuovo e da imparare.

Dopo un certo periodo di pratica, più o meno lungo, si sente il bisogno di oltrepassare il livello di esecuzione prettamente fisico delle asana ed addentrarsi in un ulteriore stadio di pratica delle posture in cui l'aspetto fisico sia integrato da quello "energetico" o di "respiro".

Secondo quanto tramandato dagli antichi Rishi (saggi), il prana può essere immagazzinato ed accumulato nel sistema nervoso, in particolare nel plesso solare, ed attraverso lo yoga è possibile dirigere in modo volontario questa corrente pranica mediante il pensiero.

Possiamo quindi tradurre in linea di massima prana come "energia vitale", contenuta non solo nell'aria, ma anche nel cibo, nel'acqua, nella luce solare,  che rappresentano i veicoli del prana, non il prana stesso.

L'arte o la scienza del controllo del prana si chiama Pranayama. Genericamente attraverso le tecniche di respirazione si impara ad essere consapevoli del prana; ascoltandolo con consapevolezza si può imparare a muoverlo nel corpo attraverso il respiro.



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